venerdì 26 febbraio 2010

I Navigli, una volta




 
Felice Crespi, Piazza San Marco, ca 1870
  

Alessandro Duroni, Allargamento del ponte del Naviglio a Porta Ticinese, 1860-1861



Anonimo, Darsena, ca 1920


Anonimo, Lavori di copertura del Naviglio in via Francesco Sforza, ante 1949

Le fotografie sono conservate a Milano (archivio della Ragione Lombardia e archivio delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata ed Incisioni).

Chiara

lunedì 22 febbraio 2010

Una giornata varesina, ovvero del chiamare le cose con il proprio nome


Dan Flavin a Villa Panza

Stamattina ho portato una classe di seconda media al Sacro Monte di Varese: nevicava e non era semplicissimo nè mantenere la concentrazione nè stare in piedi. Tra una cappella e l'altra volavano palle di neve e si discuteva sui cinque punti di vantaggio dell'Inter, ma di fronte alle cappelle i ragazzi sono stati stranamente attenti ed erano molto incuriositi. Arrivati alla quinta, quella della Disputa di Gesù tra i dottori, cercavo di far notare le espressioni del volto e le posizioni del corpo delle statue: volevo che si ragionasse sugli strumenti  che lo scultore possiede per comunicare con la sua opera. 
Il dialogo è stato il seguente.
Io: "ragazzi, secondo voi cosa stanno pensando i dottori di quello che sta dicendo Gesù?"
Ragazzo A: "Stanno pensando che sta dicendo un sacco di fregnacce."
Prof: "ma che linguaggio, non puoi esprimere lo stesso concetto con altre parole?"
Ragazzo A: "ma prof, non ha visto che facce?!?!? Va bè, i dottori non sono d'accordo con quello che Gesù sta dicendo."

Oggi pomeriggio sono andata con Elisabetta a Villa Panza per un incontro per le insegnanti; si parlava di un progetto di musica, ma alla fine si è fatto un brevissimo giro della villa, visitando in particolare le stanze dove sono installati i neon di Dan Flavin.
Ero vicino ad una maestra, che già di fronte alle opere del piano inferiore aveva pronunciato con grande originalità la famosa frase: "li sapevo fare anche io".
Il ragazzo che accompagnava nel percorso ha speso due parole per inquadrare Flavin, celebrandolo come "autore internazionale". La simpatica maestra di fianco a me ha voluto a tutti i costi dire la sua, proprio non ce l'ha fatta a trattenere il suo stupore.
Ha detto, udite udite: "però... ha avuto fiuto... quattro lampade..."

Ecco, Elisabetta ed io abbiamo evitato di guardarci e ci siamo rintanate nelle nostre rispettive sciarpe; però penso che a volte bisognerebbe dire ad alta voce che non si è d'accordo, o meglio che non se ne può più di sentire certe fregnacce.

Chiara

domenica 21 febbraio 2010

Sull'arte del fare le mostre


Questa mattina sono andata a Verona per visitare la mostra Corot e l’arte moderna. Souvenirs et impressions. La mia volontà non è però quella di recensire l’esposizione né quella di giudicare la qualità delle opere che ho visto ma vorrei condividere una riflessione. Qual è il senso di una mostra temporanea? Le intenzioni possono essere le più svariate, e permettetemi di aggiungere un desolante “purtroppo”. Ragioni di lustro, economiche, pubblicitarie, ragioni talvolta anche un po’ “politiche”. E quante volte dunque si perde di vista il vero senso di una mostra d’arte? E soprattutto…qual è? Io credo fortemente che ogni mostra temporanea debba avere un senso storico e critico. Un’esposizione temporanea dovrebbe proporre risultati di ricerche in continuo aggiornamento, stimolare il pensiero critico del pubblico, proporre le riflessioni storico-artistiche del curatore. Quante volte mi è capitato di dover rispondere alla domanda: “Com’era la mostra?” ammettendo che “…alcune opere valgono di per sé ma il percorso di mostra non è un granché”. Saranno la mia mentalità da storica, il mio atteggiamento critico, il mio essere insegnante ma io credo fortemente nella qualità di quelle mostre che  propongono il risultato di una ricerca storico-critica (forse più per gli “addetti ai lavori”) che possa essere mostrata, appunto, anche ai “non addetti ai lavori”, stimolando in loro il confronto, la riflessione, il giudizio, coinvolgendoli nel mondo dell'arte in modo consapevole e attivo. Insomma…la mostra che ho visto oggi rientra in questo raro novero di mostre di qualità. A parer mio.

Corot e l’arte moderna. Souvenirs et impressions.
Verona, Palazzo della Gran Guardia
Fino al 7 marzo 2010

Marta

venerdì 19 febbraio 2010

un semplice grazie :)

Mercoledi Chiara e Marta mi hanno regalato una serata speciale.
Da due giorni penso a come ringraziarle: credo che descrivere come mi sono sentita possa rendere l'idea.
Ho trascorso il pomeriggio con la piacevole sensazione che quella sera sarei uscita, tutto quello a cui avrei dovuto pensare era farmi una doccia e prepararmi..che bello:)
A Varese c'era Marta ad aspettarci..
Abbiamo fatto une bel giro in libreria e mi sono comprata un regalino:)
Cenando insieme non c'è stato un attimo in cui non mi sia sentita serena e contenta:  niente avrebbe potuto distrarci da noi, da quello che vogliamo diventare, da quello che ci piacerebbe essere nei nostri progetti comuni e non.
Ho creduto che la nostra serata fosse finita... invece siamo andate a vedere un film, una sorpresa assolutamente inaspettata che mi ha reso tanto felice!
Infine tornando a casa ridevamo, non mi ricordo più nemmeno il perchè, ma ridevamo di gusto ed è questo che ricordo col sorriso sulle labbra.

Quindi GRAZIE:) grazie per il regalo perfetto: 3 amiche, una buona pizza e un bel film!"...un bellissimo spreco di tempo..."

Elisabetta

Possibile che non abbiamo nemmeno una foto tutte e tre insieme?

giovedì 18 febbraio 2010

Sulla nostalgia del tempo in biblioteca



 
Giuseppe Maria Crespi


Anselm Kiefer


"Da molti anni ormai Terry non rivolgeva un solo pensiero a Salvatore Ortese e al suo mitico film "perduto". Ma quando martedì mattina uscì dalla clinica e prese l'autobus per il campus restò sbalordito dalla velocità con cui i ricordi riaffluivano, dall'acutezza e dall'istantaneità con cui provò ancora una volta i morsi dell'antica fame di un sapere proibito, che lo aggredirono appena entrato in biblioteca. Le porte scorrevoli si spalancarono da sè, con un suono simile a una languida emissione di fiato (nuovo repentino cortocircuito sui suoi giorni da studente), e tempo qualche attimo fu di fronte ai vecchi scaffali ben noti: file su file di volumi dal dorso verde cui si era applicato con tale maniacalità da averli quasi imparati a memoria: "Positif", "Film Comment", "Sight and Sound", i "Cahiers du Cinéma". Qui, ricordò, aveva avuto inizio la ricerca, setacciando uno per uno gli indici annuali di ogni rivista e risalendo a qualsiasi riferimento, anche minimo, a Ortese e ai suoi film. Che enorme passione aveva allora, e quanto era motivato. Nel suo colloquio con il dottor Dudden, Terry lo aveva definito un periodo di depressione: ora capiva che non era così. Certo, dormiva quasi quattordici ore al giorno: ma almeno aveva uno scopo, un traguardo. Quando s'era dispersa tutta quella energia? Quand'è che l'aveva lasciata trascinare via dalla casualità?"
(J. Coe, La casa del sonno)

Chiara

sabato 13 febbraio 2010

World press 2010




La foto vincitrice...


 
Pietro Masturzo, Women in Tehran shout from a rooftop in protest 

... e qualche altro scatto

  
Gihan Tubbeh, Adrian, 13-year old autist
 
Jérome Bonnet, Monsieur Dendoune, father of the family
Michael Wolf, Tokyo subway

Le foto premiate sono visibili qui   

Chiara




domenica 7 febbraio 2010

Anteprima della visita guidata a Villa Belgiojoso Bonaparte-Museo dell'Ottocento di Milano


                                                                                 

Frammenti di opere d'arte....
che meritano di essere viste dal vero!!
Appuntamento
Domenica 14 febbraio 2010 alle ore 15
a Villa Belgiojoso Bonaparte-Museo dell'Ottocento
Via Palestro 16, Milano
Per dettagli, costi e prenotazioni clicca qui 


Marta


giovedì 4 febbraio 2010

Sul piacere di leggere



 
library  holland park, london 1940

"Molti, moltissimi uomini si sono sentiti moralmente e spiritualmente turbati come te adesso. Per fortuna, alcuni hanno messo nero su bianco quei loro turbamenti. Imparerai da loro... se vuoi. Proprio come un giorno, se tu avrai qualcosa da dare, altri impareranno da te. E' una bella intesa di reciprocità. E non è istruzione. E' storia. E' poesia"
J. D. Salinger, Il giovane Holden

Chiara