venerdì 17 settembre 2010

Intermezzo ambientalista (ma non solo)

Potete gustarvi un pezzo di Tommaso, nomade sulle spine e Maestro itinerante: io l'ho letto e ho pensato che è quello che anche io vorrei dire.
Con le donne di SULL'ARTE, naturalmente.




Quel che dirò




Sarà che da due giorni non leggo altro che di diatribe nell'etica ambientalista tra soggetivisti e sostanzialisti.
Sarà ch ieri ho dovuto rincorrere un assessore in un cimitero.
Sarà che le mie socie sono state prese a pesci in faccia una volta di troppo.
Sarà che la mia prof di riferimento e la mia prof preferita (che sono due persone diverse) stanno cominciando un anno scolastico pessimo, all'insegna della burocrazia manigolda di chi non è affatto capace né di delegare né di creare un autentico clima di collaborazione - ma solamente di controllare, valutare, verificare e terrorizzare.
Sarà che un ricercatore a Palermo si è suicidato per dire all'Italia che anche l'università s'è venduta il culo, e non da ieri.
Sarà che ormai si inaugurano edifici scolastici griffati dai partiti senza alcun pudore (le griffe e i partiti).
Sarà che questo schifo di clima da crisi politica ed economica e sociale sta arrivando a toni che non sentivo da anni.
Sarà tutto quel che vuoi, ma stasera sono stanco e devo andare comunque al lavoro. Vorrei solo poter abbracciare strette le ragazze della Ciurma e dir loro che tutto andrà per il meglio.
Che le scuole griffate crolleranno, appena messi in salvo i bambini.
Che i ricercatori non dovranno più volare dalle finestre, spinti da un'invisibile commissario della mafia accademica.
Che le associazioni come la nostra potranno contare su finanziamenti pubblici anche senza indossare spille o cravatte del colore prestabilito.
Che la scuola burocratizzata crollerà sotto il suo peso e resteranno solo le insegnati lungimiranti, progressiste, rivoluzioniste e collettiviste.
Che i lavoratori di oggi finalmente capiranno che parlare di diritti non è parlare di privilegi, e che i privilegi sono le buoneuscite miliardarie degli amministratori mangioni e papponi.
Che c'è un'idea di Italia diversa da quella di una grande azienda libertaria fino ad essere liberticida.
Che c'è un'idea di futuro. Un futuro nostro. Un futuro che ci viene nascosto e negato da chi ci vuol tenere ignoranti, cafoni e striscianti.
Che le cose cambieranno.
Che la gente presto smetterà di accendere la TV e le antenne verranno bruciate e abbattute.
Questo è quello che dirò loro.
Stasera. E domani. E dopo domani.






Grazie Tommaso!
Chiara

Nessun commento:

Posta un commento