domenica 25 aprile 2010

25 aprile

Gruppo di partigiani consulta una mappa nella boscaglia

Gruppo di partigiani tra la boscaglia

Due partigiani chiacchierano con donne del paese

Gruppo di partigiani

Oggi è il 25 aprile, e ci piace ricordarlo.
Le foto sono di Federico Patellani e sono conservate a Cinisello Balsamo (Mi), al Museo di Fotografia Contemporanea.

Chiara

6 commenti:

  1. CErchiamo di non dimenticare una data essenziale della storia , un pensiero a chi in quei giorni a messo in gioco la vita per un futuro migliore .

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  2. un tedesco=10 italiani. ricordate questo? un mio parente ha pagato con la vita, per gli eroi partigiani.

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  3. Il sig Zingaretti non ha capito un tubo.Non doveva presenziare sul palco al fianco di chi usa il saluto fascista e se un uovo non è bastato a farglielo capire spero che la prossima volta gli tirino...la gallina..

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  4. Lo scopo di questo post era quello di "mostrare" un momento della nostra storia che crediamo sia giusto ricordare e celebrare. Naturalmente, e rispondo al commento numero due, non tutto quanto è successo è stato giusto (non cado nella tentazione di ribaltare le responsabilità "dall'altra parte", perchè capisco che quando un lutto tocca una famiglia diventi difficile dare un giudizio). Non condivido nemmeno il lancio di uova o galline: lo scontro politico dovrebbe avvenire sotto altre forme.

    Mi piace riportare qui il commento a questo post che è stato fatto in un'altra sede: "qualcuno quando si parla di partigiani, ti ascolta come se si raccontassero favole, invece eccoli lì".

    Questo post voleva semplicemente dire: "eccoli lì". Poi ognuno farà le proprie valutazioni personali e politiche, condivisibili o meno.

    Ma la storia è storia.

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  5. il 25 aprile bisogna ricordare gli italiani innocenti morti per mano partigiana..
    Mia nonna mi raccontava che i partigiani una volta sono andati nelle campagne dove lei viveva in una fattoria.. e gli hanno rubato cose da mangiare e un po di oro..!
    Complimenti!

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  6. Non so di preciso quanto mancasse alla fine della guerra, quando i tedeschi sono entrati nella casa di mio nonno, a cercare i suoi due figli maschi per ammazzarli. So che non li hanno trovati.
    Poi non c'e' stato piu' bisogno di nacondersi.

    Quando hanno trovato quello che aveva fatto la spia, mi zio l'ha guardato e gli ha chiesto se era stato lui. "Eri te?", ha detto. Poi si e' messo a ridere.
    Mia mamma aveva quattro anni. Chissa' se aveva capito che suo fratello stava salvando la vita di un uomo con una risata.


    La mia non e' una famiglia speciale. Sono molte quelle che hanno una storia da ricordare; e a volte sono storie che finisco bene e a volte no.
    Questo e' uno dei motivi per cui e' difficile parlare del 25 Aprile e della Resistenza con il distacco che serve alla Storia.
    C'e' mischiato il sangue delle persone a cui abbiamo voluto bene, li' in mezzo. E per alcuni ci sono anche certezze con cui si sono costruite le scale di valori di una vita, che non e' facile mettere poi in discussione.

    Se non fosse cosi', di certo sarebbe piu' facile dire quello che semplicemente c'e da dire.
    Che nel nostro paese ci sono state due guerre combattute contemporaneamente. Una sovranazionale ed una civile. Che i motivi di quella civile, nascevano dal fatto che il nostro era diventato, dall'otto Settembre del 1943, un paese occupato.
    Che ci sono stati uomini e donne, anche molto giovani, che hanno deciso di schierarsi dalla parte del proprio paese, per liberarlo.
    Di certo molti di loro hanno fatto degli errori, durante e dopo e la storia e' li' a testimoniare anche quelli.
    Ma la creazione di questi corpi armati ha permesso alle forze alleate di liberare il nostro paese.
    Questo e' quello che e' successo.

    Mi e' sempre sembrato abbastanza per dire grazie a queste persone, che siamo soliti chiamare partigiani

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